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SIRIA, CONDANNA ONU NON FERMA LA REPRESSIONE

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Messaggio  Outsider96 Gio Ago 04, 2011 2:54 pm

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Roma - L'assedio ad Hama, dopo la censura del Palazzo di Vetro, avrebbe causato nella notte la morte di altri 45 civili. Assad promulga le leggi sul bipartitismo e sulle elezioni: "Una provocazione", per Parigi.Roma - La condanna delle Nazioni Unite non ferma la mano dura di Damasco sui manifestanti. Nonostante il Consiglio di Sicurezza abbia censurato all'unanimità la "violazione dei diritti umani" in Siria, l'azione dei carri armati avrebbe causato nelle ultime 24 ore la morte di 45 civili nella sola città di Hama. Nel frattempo il presidente Bashar Assad promulga decreti per introdurre il multipartitismo e preparare le elezioni generali. Mossa che non convince le diplomazie occidentali. "Deve prima cessare la violenza", insistono da Roma e da Parigi.

ASSEDIO AD HAMA - Le notizie che rimbalzano da Hama sui media internazionali parlano di una nuova, potente, stretta dell'esercito siriano. La città, da mesi scenario principale della protesta antiregime, avrebbe contato nella notte tra mercoledì e giovedì altri 45 morti che si aggiungono al centinaio di uccisioni registrate da domenica. Si parla di bombardamenti indiscriminati da parte dei carri armati in diversi quartieri cittadini, ma le informazioni sono molto frammentarie: la città è isolata e l'accesso ai media stranieri è quasi impossibile.

CONDANNA DELL'ONU - Nella serata di ieri il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva trovato per la prima volta l'intesa su una condanna. Il Palazzo di Vetro ha censurato le “violazioni dei diritti umani” e “l’uso della forza nei confronti dei civili” da parte delle forze di sicurezza del Paese. I 15 membri delle Nazioni Unite confermano il “forte impegno” alla “sovranità, indipendenza e integrità territoriale della Siria”. L’unica soluzione alla “crisi attuale”, sottolinea l’Onu, si può trovare attraverso un processo politico inclusivo e guidato dal Paese mediorientale. Ma arriva un richiamo alle autorità siriane a rispondere ai “bisogni umanitari” delle persone nelle aree interessate dai disordini mettendo fine all’uso della forza. Giunte anche le parole del segretario generale Ban Ki-moon: “Tutti gli assassinii saranno indagati a fondo e in modo indipendente e trasparente”. “Le legittime aspirazioni del popolo siriano - ha aggiunto Ban - dovranno essere indirizzate attraverso un processo politico inclusivo a guida siriana che garantisca le libertà e i diritti fondamentali per tutti”. Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, tra i primi a chiedere una riunione ad hoc del Cds, si tratta di un “passo importante, che mostra come stia crescendo la coesione della comunità internazionale nel chiedere a voce alta la fine delle repressioni violente contro i civili in Siria".

IL MULTIPARTITISMO DI ASSAD - E se la comunità internazionale trova lentamente una sintesi sulla condanna a damasco, Assad gioca la carta delle riforme. Con due decreti introduce nel paese il multipartitismo e le elezioni generali. "Una provocazione", commenta a caldo il ministro degli Esteri francese Alain Juppé tornando a chiedere a Damasco la fine di ogni repressione. "Occorre vedere concretamente come i partiti politici verranno formati e come potranno operare. Un decreto non basta, serve che cessino le violenze", gli fa eco Frattini. Nel decreto 100/2011 si dice che i partiti potranno essere fondati "sulla democrazia e sui mezzi pacifici", chiamati al "rispetto della Costituzione, dei diritti e delle libertà pubbliche" oltre che della dichiarazione dei diritti dell'uomo. Le formazioni politiche non dovranno avere basi religiose, tribali o fondarsi su discriminazioni di razza e sesso" e non dare vita ad aggruppamenti militari, paramilitari o segreti". Misure che richiamano le prime richieste avanzate dalle opposizioni. Le quali però si mostrano oggi scettiche: manca la cornice della Costituzione e i parametri fissati dal decreto sono troppo opinabili perché possano nascere diversi partiti.
(red/est) 04 Agosto 2011 15:32
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